Sono dodici giovanissimi i protagonisti della seconda serata a concorso del Festival IN_visibile 4 che venerdì 20 ottobre 2023 hanno messo in scena, con la loro compagnia viareggina Teatro Res 9 rappresentante il Centro Italia, lo spettacolo Per amore dei morti. Antigone dall’abito sporco.
La vicenda si apre con la sorella di Antigone (Viola Palagi), Ismene (Eleonora Pucci) che,
interpretando l’antico ruolo del coro, racconta le vicende accadute a Tebe dove, nella guerra civile in atto, i loro due fratelli hanno combattuto a sangue per difendere i loro ideali. Ismene piange la decisione della sorella, pronta a rivendicare i diritti del fratello Polinice a cui non viene data degna sepoltura, poiché appartenente alla fazione avversa alla città.
Riavvolgendo il nastro riviviamo la nota vicenda con il nuovo governatore della città Creonte
(Alessio Luca Bartelloni), sua moglie Euridice (Nicole Fontana) e del figlio Emone (Nicola Lazzari), fidanzato nonché cugino di Antigone. In questa dinamica familiare destinata ad esplodere Creonte, durante i molteplici scontri padre-figlio, tenta di imporre la sua posizione.
Antigone, innamorata di Emone, ma al contempo fedele al valore dell’affetto fraterno, decide di
dare degna sepoltura al fratello che ha combattuto la propria città, pur essendo conscia delle
conseguenze. Il corpo di Polinice viene infatti ritrovato sepolto e Antigone, fiera della sua
decisione, non si tira indietro quando le viene attribuita la colpa di questo affronto. Emone tenta di fermare il padre, ma Creonte, duro e freddo, non riesce ad andare oltre il suo ruolo sociale e condanna la povera ragazza alla disumana punizione di essere murata viva.
Il dissidio interiore che tormenta Creonte esce però alla fine della tragedia, quando la versione
della compagnia toscana si mantiene più fedele al testo originale, portando alla disperazione
Emone che, alla vista della fidanzata senza vita, sotto gli occhi del padre, decide di porre fine pure lui alla propria esistenza.
Lo spettacolo proposto dai giovani attori-autori si presenta dunque come una rivisitazione della famosa tragedia sofoclea in cui Alessio Luca Bartelloni, anche nelle vesti di regista, propone scene ardite nelle quali si alternano momenti di contemporaneità, connotati da tematiche adolescenziali e linguaggio odierno, a momenti di tradizionalità dell’antica tragedia.
In questo accostamento permane tutta la validità, pur a distanza di moltissimi anni, delle
tematiche sofoclee inerenti il dissidio fra la legge familiare rappresentata dalla forza di Antigone e quella governativa, rappresentata dalla rigidità di Creonte. L’interrogativo rimane aperto: come poter attribuire, allora come ora, ragione o torto?
Giulia Casapiccola